tiro

HOME
TIRO al BARATTOLO

padre

Riflettendo

L’amore di Dio è percepito dall’uomo attraverso le relazioni capaci di comunicare l’amore umano.
Perché l’amore è Amore. Il Padre si è servito del Figlio per dirci “ti amo”: In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati (1Gv 4,10).
Per noi, che siamo figli di figli, fondamentale è la percezione dell’amore che ci viene dai padri, così ogni figlio è anche padre come ogni padre è anche figlio.
In questa catena amorosa si insinua il peccato, la debolezza, la fragilità dell’uomo che è incapace di amare o di esprimere in modo comunicativo i propri sentimenti. Ci sono persone “anaffettive”, perché incentrate su se stesse, il proprio prestigio, la carriera o chissà cos’altro che si tagliano fuori dalle relazioni umane che non siano formali. Si guardano dall’esterno ponendosi al centro delle proprie attenzioni, usano la terza persona per non identificarsi più di tanto nel ruolo che rivestono; usano i titoli e le insegne come scudo di difesa e di autoaffermazione perché incapaci di far valere se stessi per quello che sono in realtà, la loro umanità è nascosta se non annientata; si mantengono asettiche in un mondo che è loro proprio e che niente ha a che fare col mondo reale. Si inventano storie perché la realtà di cui si sono autocircondati non è quella reale, ma poco importa perché è la loro realtà soggettiva che conta e l’unica a cui fare riferimento. Sono deboli dentro e si fanno forti con l’arroganza o la prepotenza, usando dei ruoli acquisiti, della formalità del posto che occupano.
Se l’umanità è così nascosta come può mostrare la sublimità effimera dell’Amore che sgorga dalla semplicità del cuore capace di essere come quello di un bambino (Cfr. Mt 18,3) ?


Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l'anima mia
(Sal 131,2).